Cape Town (Sudafrica) – Translated 9, lo Swan 65 di proprietà di Translated, leader nella fornitura di soluzioni linguistiche basate sull’intelligenza artificiale, ha appena vinto la prima tappa dell’Ocean Globe Race 2023, una delle regate a vela più avventurose di sempre, con uso limitato di tecnologie moderne a bordo. In tempi in cui l’attenzione del mondo è concentrata sull’intelligenza artificiale (AI), il progetto di Translated, basato unicamente sui valori umani, acquista ancora più significato.
“È una regata molto più impegnativa di tutte quelle a cui ho partecipato nella mia carriera”, ha dichiarato Paul Cayard, il sette volte campione del mondo – che ha vinto questa gara nel 1997-98 ed è ora anche ambasciatore di Translated 9 – raggiungendo Città del Capo per celebrare l’impresa dell’equipaggio di Translated 9.
Partita da Southampton il 10 settembre e navigando lungo una tratta non stop di 7.305 miglia nautiche in 40 giorni, Translated 9 ha attraversato il traguardo a Città del Capo, con raffiche di vento a 60 nodi, ieri alle 4:00 del mattino.
L’Ocean Globe Race 2023 è una regata unica nel suo genere. Nella commemorazione del cinquantesimo anniversario della prima edizione della Whitbread Round the World Race, la gara si svolge con le stesse condizioni di allora, ovvero senza l’uso di GPS, pilota automatico, winch elettrici e sistemi di comunicazione via web o via satellite (eccetto le misure di sicurezza per il contatto con gli organismi di controllo della gara).
“Amiamo le sfide che sembrano più grandi di quanto le persone credano possibile” ha dichiarato all’arrivo Marco Trombetti, “Siamo molto felici di aver vinto questa prima tappa e se c’è qualcuno a cui vogliamo dedicare questa vittoria, sono tutte le persone che vengono bullizzate, a cui viene detto che non possono fare le cose o che non ne hanno la capacità, perché sono proprio queste persone che alla fine invece riescono a farle. Credete in voi stessi, credete negli esseri umani”.
Translated 9 ha vinto la prima tappa con un equipaggio composto di 10 persone, di lingue e nazionalità diverse. Co-skipper sono Marco Trombetti, CEO di Translated e Vittorio Malingri, il più famoso navigatore oceanico italiano il cui padre e zio hanno partecipato alla prima Whitbread Round the World Race. Nico Malingri, figlio di Vittorio, ricopre il ruolo di Chief Mate, mentre il navigatore per le prime due tappe, che comprendono le rotte da Southampton a Cape Town e da Cape Town ad Auckland, è Simon Curwen(UK) che ha recentemente affrontato la sfida della Golden Globe Race, una competizione in solitaria intorno al mondo. Nell’equipaggio di Translated 9 c’è anche Teresa Marshall (USA), che ricopre il ruolo di VP Localization presso Salesforce, rappresentando, insieme a Trombetti, l’industria della localizzazione linguistica. A completare il gruppo della prima tappa, selezionati tra oltre 1500 candidati, ci sono infine i giovani Niccolò Banfi (ITA),, Baptiste Gillot De Villers (FRA), Sophie Fontanesi (ITA), Ezgim Mistikoglu (TUR) e Derin Deniz Binaroglu (TUR), i primi due turchi under 24 anni a circumnavigare il mondo.
“Siamo contentissimi di essere arrivati primi, non in reale che non ce l’abbiamo fatta, ma in compensato che è la classifica ufficiale della Ocean Globe Race”, ha spiegato Vittorio Malingri, “E’ stata una tappa bellissima e questo risultato è merito del nostro fantastico equipaggio e della preparazione minuziosa della nostra barca. E anche se è stata una tappa con pochissimo vento soprattutto nel Golfo della Manica, nel Golfo di Biscaglia e nelle acque portoghesi, siamo riusciti comunque ad arrivare con giorni di anticipo in compensato sui nostri avversari, raggiungendo il nostro obiettivo di guadagnare più tempo possibile, dal momento che in realtà siamo la quinta barca più lenta della flotta e in teoria avrebbero dovuto tutti arrivarci davanti. L’abbiamo fatta davvero volare (la barca ndr), siamo riusciti a fare di più e a battere la matematica. Il picco massimo di vento lo abbiamo avuto a mezzo miglio dall’arrivo, dove è stato necessario un cambio di vela, trinchetta tormentina, con vento a 45 nodi ed è stato il momento più intenso di tutta la regata. Abbiamo puntato, in generale, a costruire un vantaggio da spenderci nella prossima tappa, che sarà meno tecnica e molto più incentrata sulla velocità della barche. Qui a Cape Town dovremo cambiare l’albero, per il resto la nostra barca è in ottime condizioni. La prima leg è stato un viaggio incredibile, pieno di sfide, ma anche di collaborazione con le altre barche in gara, con cui abbiamo condiviso le informazioni meteorologiche che erano scarse, potendo affidarci solo a bollettini radio che ormai sono in pochi a trasmettere. Siamo diventati una famiglia nella nostra barca e, al di là della sana competizione, siamo ormai una grande famiglia anche nella flotta”.
Translated 9 rimarrà a Città del Capo per due settimane prima di salpare, il 5 novembre, per la seconda tappa che, attraverso il difficile Oceano Indiano, prevede l’arrivo ad Auckland a metà dicembre.