Il porto di Venezia registra una flessione contenuta dei traffici (-4,9%) rispetto a quella dei primi tre mesi del 2020.
Zincone: “Per alcuni settori prevediamo un ritorno ai livelli pre-pandemia solo con la ripartenza del turismo e la ripresa dalla crisi economica. Per il traffico container dobbiamo essere messi nelle condizioni di proseguire con gli escavi.”
Venezia, 06 maggio 2021 – Il volume di traffici in entrata e in uscita dal porto di Venezia nel primo trimestre 2021 si attesta su 5.514.867 tonnellate con una flessione del 4,9% più contenuta rispetto a quella registrata negli stessi mesi dell’anno scorso. A partire dal mese di marzo 2021 infatti ha preso avvio una fase di rimbalzo per effetto del lockdown totale dello scorso anno. Il porto lagunare, in linea con gli altri porti italiani comparabili sotto un profilo di mercato e funzionale, continua tuttavia a registrare una riduzione generale dei traffici (pari al -8,9% dal 2019 ad oggi) riconducibile alla crisi economica determinata dalla pandemia.
Rispetto al primo trimestre del 2020 le rinfuse liquide segnano un -8,7% (–194 mila tonnellate), quelle solide che comprendono anche il carbone, si attestano sul +10,5% (+ 126 mila tonnellate) e con i prodotti cerealicoli e siderurgici a segnare rispettivamente un +17,4% e un +31,8%. Il general cargo registra un -9,1% (pari a -217 mila tonnellate).
Nel periodo aprile 2020-marzo 2021, ovvero negli ultimi 12 mesi, rispetto al periodo aprile 2019-marzo2020 si registra una flessione in tutti i settori merceologici che risulta riconducibile, nel caso dei prodotti petroliferi in generale alla minore attività legata al trasporto aereo e automobilistico dovuta alle restrizioni da pandemia, in quello dei prodotti agroalimentari e siderurgici all’andamento della situazione economica generale e per quanto riguarda il settore carbonifero alla Strategia Energetica Nazionale e quindi indipendenti dalle dinamiche portuali di Venezia. In calo il settore container che perde 13 punti percentuali (-77.263). Tale contrazione è dovuta alle strategie armatoriali (nella fattispecie la riduzione dell’offerta di stiva e il conseguente innalzamento dei noli, la concentrazione negli scali Hub per un effetto di economia di scala), dall’abbandono della linea diretta con il Far East che AdSP MAS sta cercando di recuperare grazie all’operazione di escavo manutentivo del canale Malamocco-Marghera in corso, e infine dalla morfologia dello scalo veneziano che non consente, anche in presenza di canali dragati, l’arrivo di portacontainer superiori alle 8500 Teu.
Di segno negativo anche il traffico crocieristico (-100%) che inizierà a riavviarsi auspicabilmente a partire da giugno con la ripresa dell’attività.
Il volume di traffici in entrata e in uscita dal porto clodiense nei primi tre mesi del 2021, invece, si attesta sulle 276mila tonnellate, + 25,4%. Un segno positivo legato però all’annullamento dei traffici conosciuto nello stesso periodo del 2020. Nei primi tre mesi del 2021 risulta in aumento del 33,7% il general cargo. Nel confronto anno su anno, dal 2019 ad oggi, anche per Chioggia si continua a registrare una riduzione generale dei traffici pari a -19,2%.
Nel periodo aprile 2020-marzo 2021, ovvero negli ultimi 12 mesi, rispetto al periodo aprile 2019-marzo2020 si registra un calo del 19.2% delle movimentazioni totali imputabili per lo più alla diminuzione di prodotti siderurgici e merci varie.
Cinzia Zincone, Commissario straordinario dell’AdSP MAS commenta così i dati: “I porti veneti stanno scontando una riduzione dei traffici che riguarda un po’ tutti i settori merceologici connessa alla crisi economica da Covid 19. Si intravedono però interessanti segnali di ripresa. Nei primi mesi di quest’anno, infatti, i dati mostrano una flessione più contenuta rispetto a quella registrata nello stesso periodo dello scorso anno che interpretiamo come l’avvio di una fase di rimbalzo che fa seguito però alla caduta di produttività registrata a partire da marzo 2020. Ci attendiamo, soprattutto per i settori che incidono maggiormente in questo trend negativo perché strettamente connessi all’andamento dell’economia, un rapido ritorno ai livelli pre-pandemia grazie alla piena ripartenza di tutte le attività. E’ importante sottolineare che per il porto veneziano diventa fondamentale la ripresa del settore container; ripresa subordinata nel breve e medio periodo alla possibilità di proseguire con i dragaggi manutentivi e al recupero della linea diretta con l’estremo oriente non appena aumenterà la domanda. È chiaro che sarà necessario affrontare la sfida imposta dal gigantismo navale che si potrà vincere solo accogliendo le promesse del Governo di proiettare il porto anche fuori dalla laguna.”