• 23 Novembre 2024 00:21

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Risarcimenti amianto, per l’Ap di Venezia tocca allo Stato

Replica dopo una sentenza della Cassazione che condanna il porto

 

Il porto di Venezia dovrà risarcire i familiari degli operai morti per mesotelioma a seguito dell’esposizione diretta con le polveri di amianto. Lo stabilisce la sentenza 17092 della Cassazione, accogliendo il reclamo della moglie e dei figli di un portuale morto nel 2003 dopo aver respirato le polveri letali dal 1956 al 1980.

Il pronunciamento della Corte, in particolare, ha rigettato la posizione dell’Autorità portuale secondo cui la responsabilità dei fatti sarebbe da ascrivere agli armatori e alla Cooperativa Lavoratori Portuali di cui l’operaio era stato dipendente.

“Nel contesto dell’attività portuale – ha risposto la Cassazione – l’unico soggetto dotato di caratteristiche imprenditoriali era l’Autorità Portuale di Venezia. Le modalità dello scarico in porto non dipendevano dall’armatore bensì soltanto dall’Autorità portuale sulla quale incombevano gli oneri di sicurezza dei lavoratori addetti a tali compiti”.

Pur prendendo atto della sentenza, l’ente portuale guidato da Paolo Costa declina qualsiasi responsabilità, addebitando il provvedimento al Provveditorato al Porto, “l’azienda che un tempo gestiva direttamente le banchine e le attività portuali”. “Con l’istituzione nel 94 delle Autorità Portuali, enti che esercitano le  attività di controllo e regolazione nei confronti dei terminalisti e del lavoro portuale, e che non sono e non possono essere soggetti imprenditoriali, lo Stato – precisa l’Ap – aveva assunto direttamente gli oneri e le relative responsabilità un tempo in capo ai Provveditorati al Porto e quindi anche quelle relative  ai doverosi risarcimenti per i danni da amianto”.

Gli oltre 2 milioni di euro previsti per gli indennizzi, cifra che metterebbe a rischio il pareggio di bilancio dell’Ap, dunque dovrebbero essere coperti dallo Stato poiché i contenziosi “fanno riferimento ad un periodo in cui il Provveditorato al Porto dipendeva direttamente dal Ministero delle Infrastrutture”.

Ai familiari del portuale erano stati liquidati 19.800 euro, pari a 150 euro per ciascuno dei 132 giorni di malattia del loro caro. Troppo poco per la Cassazione. Ora un’altra corte di appello, quella di Trieste, dovrà liquidare un indennizzo più alto.