Cappellacci contro Tirrenia, Moby e GNV contro Saremar
L’incidente al traghetto Sharden nel porto di Civitavecchia e la conseguente rimodulazione dei collegamenti per la Sardegna annunciata da Tirrenia – con un servizio trisettimanale sulla linea Civitavecchia-Arbatax-Cagliari e la cancellazione di altri due – alimentano il clima già teso sull’inefficienza dei servizi marittimi tra l’isola e il continente.
Ugo Cappellacci, presidente della Regione, parla infatti di “triste storia, fatta di disservizi, ritardi, mancanza di rispetto verso il diritto alla mobilità dei sardi”. Nel mirino, quel “modello” Tirrenia, giudicato quintessenza di inaffidabilità, rinato “sotto altre insegne” dalla recente privatizzazione della società e alla base della scelta regionale di mettere in acqua una propria flotta.
“Il governo – ribadisce l’assessore ai Trasporti Christian Solinas – deve prendere atto immediatamente delle ragioni della Sardegna sul cabotaggio marittimo e la continuità territoriale, che già a suo tempo abbiamo rappresentato con forza a Roma e Bruxelles. La Tirrenia non può continuare questa deriva lautamente compensata con 72,6 milioni di euro senza rispondere più a nessuno dei disservizi in danno dei sardi e del nostro tessuto economico produttivo”.
Denunciando per l’ennesima volta l’irritualità della gara di privatizzazione, che non ha preso in considerazione i “diritti statuariamente riconosciuti alla Regione”, Solinas ha rilanciato la “Flotta Sarda”, strumento che dimostrerà “al mercato ed al Governo che si può garantire un servizio pubblico di continuità territoriale qualitativamente e quantitativamente soddisfacente per i sardi, con molte meno risorse pubbliche di quante si vogliono consegnare a Tirrenia”. “Peraltro – continua – sarà nostra cura verificare, in considerazione della soppressione e/o riduzione delle linee contributate per la Sardegna, se il Ministero dei Trasporti vorrà conseguentemente e proporzionalmente ridurre il relativo contributo pubblico previsto dalla vigente convenzione”.
Propositi bellicosi, peraltro condivisi anche dagli armatori privati cui si contrappone la flotta regionale. Moby Lines e Grandi Navi Veloci hanno presentato una serie di ricorsi (Commissione europea, Tar e Corte dei Conti) chiedendo un rendiconto completo dei bilanci della compagnia. Conti alla mano, e con un ribaltamento paradossale delle accuse, secondo le concorrenti di Saremar la società sarebbe riuscita ad offrire tariffe vantaggiose grazie ai contributi (pubblici) provenienti dalle casse della Regione. Incapace di sostenersi con i proventi dei soli passeggeri – questa la tesi – Saremar avrebbe messo in atto quello stesso “modello” Tirrenia contro cui è nata.