Prove di collegamento su ferro dal porto di Napoli. Un convoglio shuttle caricato con 11 container vuoti è partito dal Terminal Ferroviario dello scalo alla volta dell’Interporto Sud Europa (I.S.E.). L’operazione, il primo passo operativo da quando Servizi I.S.E., società controllata dall’Interporto, ha rilevato il ramo d’azienda manovre ferroviarie della ex Ferport, rappresenta – secondo una nota diffusa dall’azienda – lo step iniziale verso l’istituzione di un collegamento fisso “a favore del porto e quindi dell’intera rete logistica e dei interporti della Campania, in diretta partnership con Trenitalia”. “Il collegamento ferroviario – continua la comunicazione – avrà una frequenza iniziale di due coppie (andata e ritorno) di convogli shuttle a settimana. Successivamente la frequenza salirà a una coppia di treni al giorno, uno in entrata e uno in uscita dal porto”.
L’iniziativa, in realtà niente più che una prova tecnica (in attesa che eventuali operatori trovino conveniente il trasferimento lungo i binari napoletani), sembra lanciare un messaggio per il prossimo futuro, mettendo le mani avanti. L’azienda, che ha sempre giustificato i ritardi per l’avvio dei servizi con la necessità di ripristinare la rete ferroviaria esistente, potrebbe presto vedersi costretta a cedere, malvolentieri, un’area di 5mila metri quadri. Uno spazio da destinare alle attività del Terminal Flavio Gioia per il periodo necessario ai lavori pubblici previsti a breve per l’adeguamento della struttura. In quest’ottica, permanendo le perplessità che sono state espresse da più parti sulla funzionalità dei collegamenti ferroviari rispetto alle caratteristiche di traffico del porto di Napoli, la partenza del primo shuttle, anche con container vuoti e con un’attività economica in perdita, rappresenterebbe la tipica “mossa del cavallo”. Oltre che una furba operazione mediatica.