Un accordo quinquennale sui traffici marittimi è stato sottoscritto tra il Vice Ministro, Mario Ciaccia, e il ministro dei Trasporti algerino, Amar Tou, in occasione del Vertice Intergovernativo Italia-Algeria.
“I vantaggi dell’intesa sono innegabili in un momento in cui i trasporti via mare tra l’Europa e l’Africa si stanno confermando decisi per tutti i settori economici”, ha detto Ciaccia il quale tuttavia ritiene che quello siglato oggi è solo uno degli innumerevoli accordi possibili tra i due Paesi che puntano a rafforzare le collaborazioni nel settore dei trasporti e delle costruzioni. In particolare, nel trasporto aereo sta per diventare operativo un MoU (Memorandum of Understanding) tra Italia e Algeria che porta la frequenza dei voli passeggeri da 14 a 18 settimanali, anche attraverso il meccanismo del code sharing, e prevede l’inserimento di 7 frequenze cargo a settimana nei due sensi. Nel trasporto ferroviario, il governo algerino ha stanziato importanti risorse prevedendo la progressiva elettrificazione delle linee esistenti, la costruzione di 17 nuove linee (circa 6.500 km) e la modernizzazione di 35 stazioni ferroviarie. “E auspicabile – ha detto Ciaccia – che le aziende italiane di settore, che sono già presenti in Algeria, continuino a contribuire al processo di ammodernamento in atto. Nell’ultimo anno – ha aggiunto il Vice Ministro – il governo algerino si è mostrato interessato a partenariati industriali tra aziende locali e imprese italiane per accompagnare il grande programma di investimenti ferroviari”. “Ma è soprattutto nel settore delle infrastrutture che si possono realizzare le sinergie più significative. Le aziende italiane possono contribuire ulteriormente, mettendo a disposizione la loro esperienza e il loro know how, allo sviluppo delle infrastrutture civili in Algeria anche attraverso collaborazioni dirette con le vostre aziende”, ha concluso Ciaccia. Il programma di sviluppo infrastrutturale 2010-2014 del governo algerino prevede un impegno finanziario di 286 miliardi di USD di cui 130 miliardi per progetti non ultimati nell’ambito del programma precedente e 156 miliardi relativi a nuovi progetti (strutture sociali, grandi opere civili, utilities e costruzioni abitative).