• 22 Novembre 2024 04:08

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Un 2012 negativo per il settore della nautica

A Rimini le Assise Generali del comparto organizzate da Ucina

 

Si sono svolte a Rimini, organizzate da Ucina, le prime Assise Generali della Nautica, momento di riflessione sullo stato del comparto e di confronto per delineare gli obiettivi di medio-lungo termine dell’associazione, anche alla luce del protrarsi della crisi che da qualche anno riguarda il settore.

Sebbene le prime stime sul fatturato globale 2011 dell’industria nautica nazionale segnalino un sostanziale pareggio rispetto all’anno precedente (3 miliardi e 340 milioni di euro contro i 3 miliardi e 300 milioni del 2010), nei primi mesi del 2012 si registrano segnali di deterioramento nei valori delle attività che lasciano presagire una chiusura dell’esercizio 2011/2012 (1 settembre – 31 agosto) in negativo.

Note dolenti arrivano anche dal fronte occupazionale, che registra una diminuzione degli addetti diretti pari al 15%, e per quanto attiene il rapporto tra vendite interne ed esportazione. Quest’ultima è salita infatti all’80% (era 67% nel 2010), percentuale che evidenzia come il mercato interno si vada riducendo sempre più, a danno soprattutto delle piccole e medie imprese, prive dei mezzi e della struttura necessari per raggiungere la clientela straniera dei mercati emergenti.

Al fine di far fronte ad una situazione sempre più difficile Ucina ha identificato nove tavoli tecnici in rappresentanza di altrettante tematiche strategiche: Ruolo dell’Associazione e rappresentanza, Strumenti finanziari a sostegno delle imprese, Internazionalizzazione e competitività, Comunicazione associativa, Superyacht e competitività internazionale, Natanti e sviluppo della nautica sociale, Cultura del mare e promozione della nautica, Sviluppo del Salone Nautico Internazionale di Genova, Sostenibilità ambientale e innovazione.

L’associazione ha reso noto, per quanto riguarda la Rappresentanza ed il Ruolo di UCINA, che “sul fronte della struttura associativa si è condivisa l’opportunità di valutare il ruolo sempre più federativo dell’Associazione e rivedere l’attuale configurazione merceologica, prevedendo la costituzione anche di gruppi trasversali rispetto agli attuali e di rendere sempre più efficace il processo di valutazione del rispetto dei valori e delle regole associative contenuti nel Codice Etico e nella Carta dei valori”.

Nell’ambito della sessione dedicata agli Strumenti Finanziari a sostegno delle imprese gli associati hanno evidenziato “la necessità di costituire una banca dati informatizzata delle unità da diporto commercializzate, quale strumento di trasparenza nei rapporti con il mondo bancario”.

Quanto all’area dell’Internazionalizzazione e Competitività delle imprese le Assise hanno evidenziato la necessità di ampliare il legame tra UCINA e altre associazioni che promuovono il made in Italy nel mondo. Inoltre è stata sottolineata l’esigenza di rafforzare il sostegno delle istituzioni e degli enti preposti per sostenere il percorso di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.

Tra i desiderata formulati dal tavolo dedicato ai Natanti e allo Sviluppo della Nautica Sociale, figura la proposta per la creazione di una nuova categoria di posti barca dedicata ai natanti, che agevoli la categoria in termini di semplificazione delle procedure amministrative e riduzione dei costi del canone demaniale.

Il Gruppo di lavoro dedicato alla Cultura del mare e alla Promozione della Nautica ha rilevato l’esigenza di intensificare il programma di iniziative dedicate ai più giovani, coinvolgendo le scuole in visite ai cantieri, concorsi a tema nautico e distribuzione di borse di studio per la promozione delle professioni del mare.

Dal confronto degli associati sul tema dei Superyacht sono stati evidenziati gli importanti risultati raggiunti negli anni passati per la semplificazione della normativa vigente. “Tuttavia – fa sapere Ucina – è prioritario per il comparto ottenere quanto prima le circolari attuative per completare l’iter di applicazione delle norme, in modo da riportare l’Italia al centro della navigazione europea rispetto ai mercati esteri, in particolare anglosassoni. Nell’area mediterranea si concentra infatti circa il 70% del traffico mondiale delle navi da diporto, cosa che rende sempre più necessaria una maggiore uniformità di applicazione delle leggi comunitarie”.